Wrestling Fever, Intervista a Laura di Matteo
London's calling
Quando Laura Di Matteo ha cominciato ad interessarsi al wrestling più di cinque anni fa, in Italia, non era riuscita a trovare l'environment giusto. Tutto è cominciato grazie al fratello il quale, spesso, radunava i suoi amici nel loro salotto per guardare gli spettacolari incontri americani marcati WWE. Laura si aggiungeva entusiasta al gruppo. Ma mentre il fratello, con gli anni, si è interessato ad altro, Laura non ha smesso di guardare, informarsi ed imparare tutto ciò che riguardava quel mondo fatto, in apparenza, di costumi e mosse acrobatiche. E come succede spesso quando si ha un'interesse, da sport e passatempo da condividere con amici, il wrestling è diventato per lei una bruciante passione da inseguire. In Italia il mondo del wrestling é ancora arretrato sia nelle tecniche di formazione che nell'esibizione degli incontri. Per fa le valigie e se ne a Londra, sede della migliore e più entusiasmante comunità di wrestlers in Europa.
Buoni contro cattivi
La sua carriera inizia da "Personal Assistant" per un'altra wrestler, già formata e conosciuta nella scena londinese, Jinny. "È stato un periodo importante per me, ho avuto l'opportunità di trovarmi sul ring e provare l'emozione di essere di fronte al pubblico". Prende lo pseudonimo di 'Elizabeth': nel wrestling il personaggio è cruciale poiché non solo permette all'atleta di mettersi in mostra, differenziarsi dagli altri, ma stabilisce anche una relazione con il pubblico. Quest'ultimo non è mai passivamente spettatore ma spesso artefice di colpi di scena: "Un incontro è fatto di un personaggio buono e uno cattivo. Se il pubblico scopre di preferire il cattivo, la scena si ribalta: il cattivo diventa il buono". I wrestler lottano con l'attenzione sempre rivolta verso il pubblico, rispondendo alla sua energia, ilarità, delusione o incitamento. Per questo, gli incontri non sono mai completamente coreografati. Tutto può sempre cambiare, "e questo permette anche a noi di divertirci e improvvisare sul palco".
La 'vera' Laura
L'incontro decisivo: Elizabeth contro Jinny. L'incontro costituisce la rottura con la partner e il suo debutto da solista. Presto Elizabeth si trasformerà in Laura di Matteo. Ma quanto simili sono la vera Laura e il suo personaggio? "Sono la stessa persona ma mentre io sono più timida, Laura di Matteo è forte e impavida". E questo possiamo confermarlo anche noi che abbiamo avuto l'opportunità di vedere Laura durante un incontro a Londra: sul ring ... Un alter ego quindi? No, Laura sul ring e fuori dal ring sono davvero la stessa persona, due facce in continuo dialogo, l'una impara dall'altra e viceversa. "Grazie al mio personaggio ho imparato a essere meno timida, ad aprirmi di più. Ora sono così ma se mi aveste visto qualche anno fa...!" Laura sta ancora scoprendo il suo personaggio, ma sicuramente sarà qualcuno di autentico e sincero. Sarà se stessa ma alla massima potenza.
Wrestling: i miti da sfatare
Il wrestling é uno sport per uomini. "Da un'anno a questa parte, si vedono sempre più donne formarsi ed esibirsi nel wrestling, e sta succedendo in tutto il mondo!". Laura ci ha rivelato che quest'anno a Londra si terrà il primissimo evento in Europa di soli incontri tra donne organizzata dalla primissima lega di Women Wrestlers: Pro-Wrestling: EVE. Laura è entusiasta: questo è un evento epico nel mondo del wrestling che cambierà tutta la scena mondiale. Chi sono le donne wrestler che ammiri di più? "Ce ne sono tantissime... per esempio Toni Storm é fortissima e la scozzese Kay Lee Kay".
Il wrestling é uno sport pericoloso. "Certo ci vuole forza per tirare sù una persona solo con le tue braccia, ma quello che più é importante nel wrestling é il punto di contatto...quel momento in cui i corpi dei due lottatori si incontrano e si crea una sinergia incredibile per cui i movimenti sembrano il più naturale e spontanei possibile" Un po' come un passo a due in un balletto! "Esatto, trovare il punto di contatto, quella é la cosa più difficile nel wrestling". Quindi non sei in palestra sui pesi tutti i giorni? "Nient'affatto, vado in palestra forse tre volte la settimana al massimo".
Il wrestling non é uno sport, ma uno show. Sì e no. Esattamente come la danza, chi é sul palco si esibisce per il pubblico ma dietro ad uno spettacolo ci sono ore di lavoro, allenamento intenso, amore e rispetto per il proprio corpo e tantissima passione. Parlando a Laura abbiamo scoperto che la caratteristica più determinante del wrestling é la collaborazione. "Ci aiutiamo tutti, anche io quando vedo qualcuno in difficoltà lo consiglio su come muoversi". La distinzione tra uomini e donne non si sente, anzi nel circolo dove si allena c'è un forte spirito collaborativo e di supporto nonostante tutti siano lavoratori freelance e, in teoria, in competizione a vicenda.
Prossima tappa: il mondo
Grazie a Laura abbiamo scoperto che il wrestling è disseminato di preconcetti che impediscono a molte donne di avvicinarsi a questa disciplina; che può essere praticato a qualsiasi età; che è uno sport magnifico per giovani e bambini per potenziare la propria sicurezza e spirito di collaborazione; che allenamento e performance sono due aspetti della stessa medaglia e combinati permettono allo studente o professionista di conoscersi meglio.
Laura é fortissima. Ha debuttato l'anno scorso come wrestler professionista e ora sta già guardando in grande al futuro: fra un anno sarà già in grado di dedicarsi pienamente al wrestling abbandonando i lavoretti part-time. E poi? Le mete sono il Giappone e gli USA.
Fotografie di Progress Wrestling
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